L’ansia può essere definita come un’esperienza soggettiva specifica, prevalentemente cosciente, caratterizzata da sensazioni di paura di intensità e durata variabili, che può essere in relazione o meno con uno stimolo specifico immediatamente individuabile (interno o esterno alla persona) che può essere in relazione con difficoltà di adattamento ad una fonte di stress.
La distinzione tra “ansia” (stato d’animo del quale sono note le cause profonde) e “angoscia” (condizione nella quale invece il soggetto non ne è consapevole) è caratteristica delle lingue latine: in tedesco, per esempio, per riferirsi sia ad ansia che ad angoscia si utilizza la parola Angst.
L’ansia può anche essere considerata come una complessa combinazione di emozioni che includono paura, apprensione e preoccupazione, ed è spesso accompagnata da sensazioni fisiche quali respiro corto, tachicardie, tremori, affanno, pressioni sul petto, nausea, emicranie, tensioni al collo e alla schiena, stanchezza cronica, irrequietezze, vertigini, mal di stomaco, cattiva digestione, mani sudate, problemi col sonno e col sogno (incubi), ecc.
Così come in altri casi, le definizioni sono influenzate dall’interpretazione dei sintomi, aspetto che coinvolge la percezione, il sistema di credenze e l’immaginario dell’operatore consultato. Per alcuni, infatti, l’ansia è una malattia da curare, mentre per altri essa consiste in preziose energie che non hanno ancora trovato un canale espressivo.