Con il termine “fobia” (dal greco “panico, paura”), s’intende una irrazionale e persistente paura e repulsione associate a precise circostanze, persone, animali, oggetti, attività, ecc. che possono nei casi più gravi limitare l’autonomia del soggetto anche in assenza di un pericolo reale.
Il sintomo più importante che sperimenta colui che soffre di fobie è l’irrefrenabile desiderio di evitare tutto ciò che gli incute del timore. Pur essendo correlata con una situazione concreta, ciò che può trasformare una fobia in un problema molto serio è la risposta eccessiva che la persona produce anche dinnanzi ad uno stimolo minimo (es. il motociclista che ha la fobie per le api/vespe e che si protegge, ma che poi si trova proprio con l’oggetto fobico dentro al casco mentre sta guidando..).
Il fobico tende a fuggire non solo le circostanze legate a ciò che più lo terrorizza, ma anche tutte quelle situazioni che creano in lui un senso di angoscia. Alcuni oggetti o simboli presenti in una data circostanza sono stati associati nella mente del fobico alla emozione della paura: l’analogia tra forme presenti nella realtà psichica del soggetto e contenuti presenti nell’ambiente è sufficiente ad innescare la risposta fobica (detta anche “crisi fobica”).
L’errore più importante che il fobico può fare è non prendere in seria considerazione i possibili effetti negativi del mantenere nella sua psiche rappresentazioni simboliche così fortemente radicate. La frustrazione maggiore per chi soffre di fobie consiste nel non potersi sottrarre volontariamente alla paura associata all’oggetto fobico, e questo anche in presenza della consapevolezza dell’irrazionalità del proprio comportamento.